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Santa Viola

by Santa Viola

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1.
RISSA AL CAMPETTO Il corpo è un pezzo di pane gettato dentro a un mare di fango Desiderio e grande paura, paura e desiderio il contatto E dentro la testa un sonno leggero e il bisogno di ridere con poco Di farti cadere per gioco e poi di cominciare da zero E a volte spero che il muro si sposti e mi lasci guardare E a volte spero che il muro si sposti e mi lasci passare Il corpo è un pezzo di pane gettato dentro a un mare di fango E di rado sa uscirne da solo e allora è necessario un contatto E il colpo atterra confonde ferisce, atterra confonde Distrugge oppure guarisce, atterra e insieme guarisce E a volte accade che il muro si sposti e mi lasci guardare E a volte accade che il muro si sposti e mi lasci passare
2.
Sveglio 02:47
SVEGLIO Per quello che ho temuto e tutto ciò che è stato Per la noia e la vergogna di troppo tempo perso Sono ancora sveglio aspettando il tuono Quello che ho da dirti non è mai così Non è mai sicuro ma è questo adesso Nonostante tutto non ho mai parlato
3.
LA QUIETE, LA SUA OMBRA Nel buio rossastro delle palpebre Nell'abbaglio di questa novità Magnifica età meridiana In questa pietraia dall'odore aspro E rottami taglienti di una ferrovia Sopra a queste croste morbide e a questi sandali lenti Io cammino Ma anche nell'ora più tranquilla Rimane almeno un piccolo muscolo che non si scioglie E dal quale molti altri tornano a irrigidirsi La schiena si abbandona e sprofonda dentro a un mare silenzioso Sotto un sole immobile e sconfinato E quello, e quello sono io?
4.
III 05:22
III Il portico marcisce ogni notte Ogni notte una stella nasce arrugginita In questo giardino ho camminato Anno dopo anno fra queste colonne Giovane pitagorico in cerca del numero segreto Per stabilire una proporzione Fra le cose del mondo e la loro dimostrazione Il vuoto l'orrore e l'immaginazione E ancora oggi quando chiudo gli occhi posso vedere i tuoi Che brillano sotto le croste e le garze Così giovane e così infelice Così forte e così malato
5.
Sorella 01:37
SORELLA (strumentale)
6.
III pt. 2 02:11
III pt. 2 (strumentale)
7.
Sentiero 03:47
8.
Animale 03:26
ANIMALE Sentirsi debole come un cuore di cane sottozero Brutalmente cordiale cordialmente brutale Strappare rami insieme a mio cugino Animale Violentare il ricordo di un paradiso storto Avvelenato dal vino dalla giustizia e dal torto Demolire altalene passatempo maligno Mutilare falene con lo sguardo da cigno E il sangue che scorre non crea più dolore Steso in fondo al sogno più nero e più sporco Fra due braccia ferite di giovane orco Tristezza che urla rinchiusa nel vento Grida più forte - ti prego! - non sento Volto sfigurato dalla troppa leggerezza Mi regala una bestemmia come fosse una carezza E infine un grido disperato per essere grato A chi mi ha donato questo corpo malato Irrigato di gioia in questi pochi secondi Che scoppiano in aria alla fine del giorno Sospesi fra figure e volti senza contorno
9.
LA DONNA PIU' VECCHIA DEL MONDO C'era una volta l'uomo più vecchio del mondo L'uomo più vecchio del mondo era una donna La donna più vecchia del mondo aveva novantasei figli Il più grande aveva ottantasei anni Il più piccolo aveva cinque anni Nessuno viveva più con lei Se ne erano andati tutti Chi per mare, chi in guerra, chi a lavorare chissà dove La donna più vecchia del mondo non si ricordava più i nomi La donna più vecchia del mondo viveva con un corvo Che tutte le mattine andava in città a raccogliere le notizie E quando tornava a raccontargliele lei gli offriva una tazza di riso La donna più vecchia del mondo non si ricordava più i nomi I nomi - diceva - non mi interessano più Non mi servono E fu così che anno dopo anno dimenticò tutte le parole Anche quelle semplici come finestra cucchiaio sgabello camicia E fu così che anno dopo anno imparò la lingua dei corvi Si narra che l'ultima cosa che disse prima di morire fu: cra Nomi ancora nomi, cose ancora cose

credits

released January 9, 2019

prodotto da Santa Viola
co-prodotto da Scatti Vorticosi Records e Lostdog Records

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Santa Viola Reggio Emilia, Italy

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